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Le disavventure dei viaggi di Matteo – terza puntata

Le disavventure dei viaggi di Matteo – terza puntata

Nell’ormai lontano 2007, frequentavo il terzo anno di Liceo Scientifico a Viareggio, indirizzo bilingue con inglese e tedesco.
La nostra Professoressa, la Frau Bartolomei, decise di organizzare un gemellaggio con la Germania, precisamente con un Liceo di Düsseldorf e a ognuno di noi fu assegnato uno studente.
Il progetto prevedeva un vero e proprio scambio: noi avremmo dovuto ospitare questi ragazzi nelle nostre case per una settimana e in un secondo momento loro avrebbero fatto lo stesso con noi, proprio per potenziare l’apprendimento della lingua e conoscere abitudini diverse.
A me fu assegnato Kevin Kruszona, un ragazzo alto e magro, con una pelle che la ricordo ancora perfettamente da quanto era bianca, quasi riflettente, tipica proprio delle popolazioni del Nord Europa.
Un tipo un po’ introverso, difficilmente si lasciava andare a grandi orazioni, educato e rispettoso, era quello che oggi si potrebbe definire un “bravo ragazzo”. Viveva in una casa molto grande con i genitori, divisa su 4 piani con un giardino sul retro dove al mattino erano soliti scorrazzare dei piccoli scoiattoli. Io avevo a disposizione l’ultimo piano.
Ogni mattina andavamo a scuola, proprio per vivere in prima persona la giornata tipo degli studenti tedeschi.
Nel pomeriggio, avevamo un po’ di tempo libero per visitare la città: ricordo ancora con piacere le passeggiate lungo il Reno, il fiume che divide la parte antica sulla sponda orientale da quella moderna e commerciale sulla sponda occidentale.
Infine, solitamente, la sera ci coricavamo presto proprio perché la sveglia mattutina suonava fastidiosamente intorno alle 6:30.
Con l’arrivo del weekend, il gruppo dei ragazzi tedeschi decise di portarci in una birreria per farci conoscere un po’ di vita notturna.
Proprio in questo pub avevo notato un atteggiamento strano da parte di Kevin nei confronti di una mia compagna di classe, Francesca (detta “la Fra”): una sorta di corteggiamento alcolico, in quanto aveva deciso di offrirle da bere ripetutamente.

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Matteo con la Fra nel 2007

A fine serata , però, il risultato fu abbastanza drammatico: il Don Giovanni aveva bevuto troppo e non si reggeva praticamente in piedi e io avevo l’arduo compito di ritrovare la via di casa in una metropoli piena di tram, metropolitane e treni.
Tenendolo sotto braccio, deambulando, riuscimmo a raggiungere a piedi la stazione vicina e per mia enorme fortuna ricordavo perfettamente il nome della fermata di casa ma, durante il tragitto, avevamo bisogno di fare un cambio obbligatorio e proprio non avevo idea di quale fosse.
Appoggiato Kevin su un sedile del treno – credetemi, non aveva proprio un bell’aspetto! – iniziai a chiedere ai passeggeri se sapessero indicarmi la fermata dove effettuare il cambio e alla fine, con molta pazienza, riformulai il percorso per raggiungere la nostra meta.
Scesi dal treno, ci separavano da casa circa 300 metri da percorrere a piedi e mi accorsi che in quella strada le case erano veramente tutte uguali, perfino i fiori nei vasi alle finestre erano gli stessi e la cosa peggiore era che Kevin non rispondeva a nessuna domanda, anzi: tendeva a sdraiarsi nei vari giardinetti.
Dopo circa mezz’ora che andavamo avanti e indietro, in un tedesco quasi indecifrabile, mi indicò la porta di casa.
Lo misi a letto.
Credetemi, da quel giorno ho deciso che non comprerò mai una casa in quei quartieri dove gli architetti si sono divertiti a costruire abitazioni tutte uguali.

(Testo di Matteo Rossi)

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Matteo con la Fra nel 2007

Chi è Matteo Rossi

Sono nato a Viareggio, dove attualmente vivo, il 23 gennaio del 1991.
Ho una laurea magistrale in “Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane” conseguita presso l’Università di Pisa.
Nel corso dei miei studi, ho lavorato in molti settori per riuscire a soddisfare una delle mie più grandi passioni: viaggiare.
Nel tempo libero, infatti, cerco di organizzare un itinerario e scappare con la mia valigia.
Dopo aver superato quelle fasi della vita in cui non sai bene chi sei e “cosa vuoi fare da grande”, penso di aver trovato la soluzione giusta avvicinandomi al giornalismo, con la speranza di essere in grado di raccontare qualcosa e soprattutto di destare interesse nei potenziali lettori!

5 pensieri riguardo “Le disavventure dei viaggi di Matteo – terza puntata

  • Il gemellaggio che ricordo fantastico delle superiori!!!!

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  • Vabbe… non si inizia una sfida alcolica se non si è in grado di portarla a termine.. Italia 1 Germania 0

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