“Moi” di Chiara Pasetti vince il Premio Patrizia Romei 2022 per la rappresentazione del disagio mentale
Si svolgerà sabato 28 gennaio alle ore 17, presso la suggestiva sede della Fondazione Mario Tobino (ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano), la consegna del primo Premio Patrizia Romei 2022, dedicato ad artisti che si occupano della rappresentazione scenica di tematiche legate al disagio psichico.
L’evento è organizzato dall’Associazione Lucchese Arte e Psicologia – ALAP in collaborazione con la Fondazione Mario Tobino, con il contributo di Banco BPM di Lucca e il parternariato della Società Medico Chirurgica Lucchese – SMCL, Archimede APS e il Centro Studi e Ricerche G. Lippi Francesconi APS.
La selezione delle opere presentate alla giuria della prima edizione, svoltasi nel 2022, ha visto come vincitrice la pièce teatrale “Moi”, scritta da Chiara Pasetti, con la regia di Alberto Giusta e interpretata da Lisa Galantini, ispirata alla vita di Camille Claudel, scultrice di grande talento che subì un lunghissimo ricovero in Ospedale Psichiatrico, dove morì nel 1943, all’età di 78 anni.
Il testo è liberamente tratto dalla corrispondenza di Camille Claudel.
I costumi sono di Morgan-Maison Clauds Morene, gli elementi scenici di Renza Tarantino.
“Moi” è stato realizzato dall’Associazione Culturale Le Rêve et la vie, in collaborazione con la Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse di Genova.
Prima della cerimonia di premiazione, alle ore 15, sarà possibile seguire la visita guidata Sorella Follia all’interno dei locali storici dell’ex manicomio di Maggiano, del piccolo museo Stanze con vista sull’umanità e degli spazi abitativi di Mario Tobino, lo psichiatra scrittore, vincitore di molti premi letterari e impareggiabile narratore della vita manicomiale attraverso alcune delle sue opere letterarie.
Subito dopo la consegna del Premio sarà rappresentato l’atto unico “Moi”, che consiste in un monologo, rappresentazione che con il Premio è dedicata al ricordo di Patrizia Romei, scomparsa prematuramente, entusiastica amante e sostenitrice di iniziative e performance artistiche dedicate a tematiche sociali e solidali nel campo della salute mentale.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
La storia di Camille Claudel
La storia della scultrice Camille Claudel (1864-1943) è tanto appassionante quanto drammatica e ancora troppo poco conosciuta, specialmente in Italia.
Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi.
Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria.
Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul, con la diagnosi di paranoia delirante.
L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943.
Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio.
Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune.
Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392.
Soltanto negli anni Ottanta del Novecento le sue opere hanno cominciato a essere studiate e valorizzate come meritano e la sua figura è stata oggetto di mostre, biografie, cataloghi ragionati.
Nel 2017 ha aperto il primo museo a lei interamente dedicato (il Musée Camille Claudel, a Nogent-sur-Seine).

“Moi” di Chiara Pasetti
Chiara Pasetti nel 2013 ha visto le sue splendide opere a Montfavet, presso Avignone, all’interno del manicomio dove Camille ha vissuto gli ultimi trent’anni della sua vita.
Ha deciso di scrivere un libro su di lei e un monologo teatrale, intitolato “Moi”.
Il libro è stato pubblicato da Aragno editore nel 2016 con il titolo di Mademoiselle Camille Claudel e Moi (testo vincitore del II premio sezione “arti visive” presso La Casa delle Donne di Roma); il monologo è stato realizzato con la collaborazione del Teatro della Tosse e ha debuttato nel settembre del 2016 presso l’ex ospedale psichiatrico di Quarto (Genova).
Nel ruolo di Camille Claudel, l’attrice di teatro e cinema Lisa Galantini, diretta da Alberto Giusta; da allora lo spettacolo è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera.
Durante il lockdown è stato realizzato anche un progetto cinematografico: MOI 392, sempre interpretato da Lisa Galantini per la regia di Mario Molinari. Ne ha parlato Sky Arte in una puntata di The Square-Spazio alla cultura (7 gennaio 2021).
Nel film, accanto a Lisa Galantini, Massimo Popolizio dà voce a due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore; Anna Bonaiuto recita la lettera di condoglianze per la sua morte, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943.
Nel lungometraggio figurano dei disegni di Mimmo Lombezzi e dei filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016.
Una storia di violenza, quella di Camille Claudel, di reclusione forzata e di isolamento voluti dalla sua stessa famiglia.
Una storia temporalmente distante da noi, ma in fondo non così diversa da tante, troppe, che accadono ancora oggi, non soltanto alle donne.

Io non voglio essere aiutata, voglio essere riconosciuta
(Camille Claudel)
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