Umberto Cinquini: carrista e scrittore
Di Umberto Cinquini so due cose:
1. a Viareggio lo conoscono tutti come carrista costruttore del Carnevale, ma in questa intervista parlerà di altro
2. a Viareggio si dice (ma devo chiedergli conferma) che litiga sempre con tutti.
Decido di puntare sull’ironia dell’artista, per risolvere il secondo punto!

Quella che trovi qui sotto è una piccola parte estratta dall’intervista integrale realizzata per lastanzadelletorture.com
Estratto dell’intervista
“È vero che litighi con tutti? Sei il Fedez di Viareggio?”

Quando ti chiedono “Che lavoro fai?” cosa rispondi?
Il primo libro nasce proprio per questa domanda! Una volta, da ragazzo, al Cavalluccio (discoteca versiliese, NdR), una ragazza mi chiese cosa volevo fare di lavoro e io risposi “costruire i carri del Carnevale” e questa allora disse “no, ma intendo di lavoro vero”. Ovviamente la conversazione finì lì! Tornando a che lavoro faccio, come si dice a Viareggio “non trovo poso”. Mi occupo di carri e scenografie dal 1985.
Mi dicono che litighi con tutti. In pratica sei “il Fedez di Viareggio”?
Sì (ride, NdR). Ma veramente guarda noi carristi abbiamo la responsabilità di Ronaldo con la differenza che si guadagna molto meno! Altro che i milioni di euro di Fedez!
Secondo me ti conoscono tutti per il Carnevale e moltissimi meno per la scrittura. Sei d’accordo?
Sì, anche se in ordine cronologico nasce prima la scrittura dei carri.
Se tu dovessi riassumere il primo libro, cosa diresti?
È uscito nel 2018 ed è la storia della mia vita. L’ho scritto nell’arco di diversi anni. È proprio un’autobiografia, un po’ romanzata, ma giusto per dare un poco di colore. Fu mia moglie che mi disse: “Sai che scrivi meglio di come fai i carri?” E quindi decisi di continuare a scrivere! Anche se vorrei dire che nel 2018, con i papaveri, ho vinto il concorso Carnevale di Viareggio!

Invece il secondo libro di cosa parla?
“Il buffone” è una storia d’amore molto sexy che sfiora il porno. L’ho scritto in tre mesi, per defaticarmi dal primo libro, che è stato impegnativo. È una favola alla rovescia, la ricca è la donna e lui è un saltimbanco. È un libro più leggero, uscito nel 2019, sempre con Pezzini Editore.

E si arriva al terzo…
“Il grande inganno” è nato durante la pandemia, è più un soggetto cinematografico che un romanzo. È una storia assurda di una famiglia che emigra in Messico e poi torna in Italia. “Il grande inganno” è la mentalità dell’Italia del periodo berlusconiano, che è andata avanti sulla scia del “se ce l’ha fatta lui, ce la faccio anche io”. Voglio specificare che questo non è un libro contro Berlusconi, ma contro chi crede di poter essere chi non è.

C’è un filo conduttore che lega i tre libri?
La soluzione comune è l’Amore, perché sono americano…
In che senso “perché sono americano”?
Hai mai visto un film americano che finisce male? Cosa è che risolve i problemi? L’entusiasmo. Basta un secondo per salvarti la vita. Non è realistico per i fatti, è un po’ un’americanata in questo senso…
E l’avocado in copertina?
La copertina non lo rappresenta, perché è più leggera di quello che è il contenuto.
Qual è il tuo perché, quella cosa che ti fa alzare dal letto la mattina?
A saperlo! Ma io guarda davvero da grande non so cosa faccio!

Dove possiamo trovare Umberto Cinquini
Su Facebook, Instagram, LinkedIn, TikTok, X (ex Twitter)
“Da quando vado dalla psicologa non mi arrabbio più sui social”
Clicca qui:
L’intervista – o meglio “la tortura” – a Umberto Cinquini in versione integrale è su lastanzadelletorture.com dove racconta di sé e della sua famiglia…

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